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Gengivite: cos’è, tipologie e sintomi
Tempo di lettura stimato: 5 minuti

Gengivite: cos’è, tipologie e sintomi

Indice dei contenuti

Quando lavi i denti, o passi il filo interdentale, vedi del sangue?

Quando hai il ciclo senti le gengive più irritate o gonfie?

Se ti guardi allo specchio noti che le tue gengive sono molto arrossate?

Se almeno una volta ti sei trovato in una di queste situazioni, questo articolo fa per te, perché potresti soffrire di gengivite!

Prima di tutto, un po’ di chiarezza: che cos’è la gengivite?

La gengivite è uno dei disturbi più comuni a carico delle gengive (i cosiddetti “disturbi gengivali”). Questa patologia si manifesta come un’infiammazione che colpisce la gengiva a partire dal suo margine, ovvero la porzione di tessuto che si trova più a contatto con il dente. La causa di questa infiammazione è l’infezione dovuta ai batteri che si trovano all’interno della placca.

La placca batterica, o biofilm, è infatti un agglomerato di batteri annidato in una pellicola salivare: man mano che passano le ore, i batteri contenuti nella placca crescono in numero e specie, diventando sempre più pericolosi, capaci di causare malattie, tra cui la carie (la più conosciuta), ma anche malattie gengivali come la gengivite. Quando si accumulano in eccesso, i batteri della placca possono      sedimentarsi e, a causa dell’azione di alcuni componenti minerali della saliva, mineralizzarsi trasformandosi in tartaro. E sebbene il tartaro possa sembrare un qualcosa di “inerte”, anch’esso può causare infiammazione gengivale, trattandosi di un substrato perfetto per l’adesione dei batteri più nocivi della placca.      

Come meccanismo di difesa, i tessuti gengivali si infiammano per rispondere all’infezione mediata dai batteri “patogeni”.

Quali sono i sintomi della gengivite? Le gengive dovrebbero fare male?

Se soffri di gengivite, potresti percepire tutti i sintomi tipici dell’infiammazione: prima di tutto il sanguinamento, ma anche una sensazione di gonfiore, tensione e rossore. Spesso sarà presente anche l’alitosi, dato che i batteri responsabili della gengivite sono gli stessi che causano l’alito cattivo. Per quanto riguarda invece il dolore, molte volte negli stadi iniziali le gengiviti non provocano eccessivi fastidi, sebbene i tessuti siano comunque malati. Pertanto, non aspettare di sentire male prima di intervenire: se vedi sangue quando lavi i denti o quando passi il filo e/o scovolino, consideralo già una spia importante di qualcosa che non va!

Quanti tipi di gengivite esistono?

La gengivite si verifica quasi sempre perché c’è un accumulo di placca o tartaro. Tuttavia, in alcuni casi certi fattori esterni possono favorire i batteri della placca, così come esistono casi “particolari” di gengivite.

  1. Fattori ormonali: nella donna in gravidanza si può assistere a un aumento del sanguinamento gengivale a causa delle fluttuazioni alterate degli ormoni estro-progestinici. Questi ormoni sono in grado di aumentare la risposta infiammatoria e agire direttamente sul sistema vascolare delle gengive, così da causare gonfiore, tensione, dolore e, ovviamente, il sanguinamento (talvolta anche spontaneo). Non solo, nella donna in gravidanza, soprattutto dopo il 1° trimestre, si assiste a una diminuzione della risposta immunitaria: le difese naturali sono più dormienti anche a livello gengivale, e contrastano in maniera minore i batteri pericolosi della placca. Infine, in alcuni casi è possibile osservare delle gengiviti anche appena prima o durante il ciclo mestruale, sempre a causa ormonale. Ciò nonostante, sia per la donna in gravidanza sia in prossimità del ciclo, le gengiviti di solito si verificano se      alla base c’è già un’infiammazione causata da placca e tartaro!

  2. Gengiviti ulcero-necrotiche: rappresentano un caso più raro di gengivite che colpisce frequentemente i giovanissimi, con più alta incidenza nelle donne. Si chiama così perché si manifesta come un’infiammazione gengivale con rapida e acuta distruzione delle papille (la gengiva che si trova tra un dente e l’altro), che risultano colpite da ulcere e tessuto necrotico grigiastro. Le cause di questa gengivite sono solitamente il fumo, la malnutrizione, gengiviti “classiche” non trattate e lo stress. Questa condizione è molto dolorosa e necessita di un trattamento professionale mirato che risolva l’infiammazione, talvolta con l’uso di antibiotici per bocca.

  3. Stress: è possibile avere infiammazione gengivale solo perché siamo stressati? Spesso capita di dare la colpa allo stress per alcuni segnali che il nostro corpo ci dà, ma lo stress da solo non può causare un sanguinamento gengivale o una      gengivite. P, però, peggiorare la situazione: infatti lo stress da un lato contribuisce ad aumentare l’infiammazione gengivale presente e ridurre le nostre difese naturali contro la placca, dall’altro ci rende meno attenti alla nostra igiene orale e prevenzione. Quante volte durante un periodo un po’ più stressante capita di pensare: “stasera sono troppo impegnato, non riesco a passare il filo” o “sono troppo preso/a dal lavoro e non ho tempo di andare dal dentista”?

  4. Gengiviti localizzate. Talvolta può capitare che la gengivite non colpisca tutta la bocca o più aree nello stesso momento, ma si manifesti in un singolo punto. Un caso esemplare è quello della gengivite attorno al dente del giudizio: se è mal posizionato, o se è uscito solo in parte, probabilmente non riusciamo a raggiungerlo correttamente con lo spazzolino e a pulire la gengiva attorno al dente stesso. Per questo motivo spesso si accumulano residui di cibo e batteri che causano l’infiammazione della gengiva, condizione spesso accompagnata da dolore. Quando questo tipo di gengiviti sono ricorrenti, dovrai prima tamponare l’infiammazione e successivamente, se non fosse possibile pulire la zona correttamente, estrarre il dente del giudizio.

  5. Bambini e gengiviti: i bambini hanno le gengiviti? Quando si pensa al binomio bambini-malattie orali, la prima cosa che viene in mente è la carie. In realtà, anche i bambini possono soffrire di gengivite, esattamente come gli adulti. Anzi, si stima che a soffrirne sia il 70-80% della popolazione pediatrica e quella adolescenziale. I fattori in gioco sembrano coinvolgere il fatto che bambini e adolescenti hanno spesso delle “routine” di igiene orale peggiori, sommato alla presenza frequente di apparecchi ortodontici fissi che possono aumentare la ritenzione di batteri, e causare gengiviti se non puliti adeguatamente.

I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.

Bibliografia

-“Patologie parodontali in età pediatrica” Rozza, Francetti, Maggiore, Malerba Dipartimento di Medicina, Chirurgia e Odontoiatria, Ospedale “San Paolo”, Università degli Studi di Milano

-Chapple et al. Primary prevention of periodontitis: managing gingivitis. J Clin Periodontol. 2015

-James P, Worthington HV, Parnell C, Harding M, Lamont T, Cheung A, Whelton H, Riley P. Chlorhexidine mouthrinse as an adjunctive treatment for gingival health. Cochrane Database Syst Rev. 2017

-Chen P, Hong F, Yu X. Prevalence of periodontal disease in pregnancy: A systematic review and meta-analysis. J Dent. 2022

Ultimo aggiornamento: 02/04/2024

Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.

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