Alcuni suggerimenti per affrontare l'eruzione dei denti del giudizio. E se succede in vacanza?
L’idea della crescita dei denti del giudizio e delle possibili complicanze spesso provoca domande e un po’ di timori sin da giovanissimi: cerchiamo quindi di saperne di più!
Prima di tutto, perché si chiamano “denti del giudizio” e a che età escono?
Quelli che in gergo chiamiamo “denti del giudizio” sono i terzi molari, ovvero gli ultimi elementi dentari a erompere in arcata nell’adulto: dovrebbero comparire in una fascia di età compresa dai 18 ai 25 anni, età in cui appunto dovrebbe sopraggiungere la maturità dell’individuo o, meglio, detto, il “giudizio”.
Si chiamano terzi molari visto che, in condizioni fisiologiche, si aggiungono agli altri due molari presenti: il primo molare permanente è il primo dente definitivo che erompe in arcata (intorno ai 6 anni); il secondo molare, invece, erompe intorno ai 12-14 anni di età. Tutti e 3 i molari, compreso il dente del giudizio, escono da soli e non si sostituiscono a nessun dente “da latte”. In gergo professionale odontoiatrico, vengono anche denominati ottavi, seguendo lo schema numerico della dentizione.
Quanti sono i denti del giudizio?
I denti del giudizio possono essere in tutto 4 (2 per ogni arcata, 2 per ogni lato), sebbene in rari casi possano essere presenti anche i cosiddetti “noni”, ovvero dei denti del giudizio soprannumerari. Tuttavia, è sempre più frequente che i denti del giudizio non siano 4, ma magari 3, o 2, oppure nessuno. Questo fenomeno in crescita trova riscontro nel nostro percorso evolutivo: i denti del giudizio sono, infatti, un retaggio dei nostri antenati che avevano davvero bisogno di denti forti, come i molari, per poter masticare carne, cibi crudi e duri. Oggi, la nostra dieta non necessita di questo forte supporto alla masticazione, ed è per questo che probabilmente in futuro i denti del giudizio scompariranno dalle bocche delle persone!
“Mi hanno detto che ho tutti i denti del giudizio, ma non sono usciti. È normale?”
Solitamente la presenza dei denti del giudizio viene rilevata dal dentista attraverso l’ispezione del cavo orale attraverso una radiografia panoramica. Ma sebbene possano essere presenti, non è detto che erompano in arcata: spesso, infatti, per ragioni di posizioni anomale o per motivi di mancanza di spazio, i denti del giudizio possono non uscire e rimanere inclusi nell’osso e sotto la gengiva, oppure uscire solo parzialmente.
In alcuni casi, ad esempio, i denti del giudizio inferiori situati nella mandibola possono assumere posizioni orizzontali e rivolte verso il dente vicino, e per questo è impossibile per loro trovare “lo slancio” per emergere.
“E se non escono…devo toglierli? Quando estrarli?”
Il fatto che un dente del giudizio non sia uscito, o sia uscito solo parzialmente, non è necessariamente motivo della sua estrazione.
Oggi la tendenza è quella di togliere i denti del giudizio se la loro presenza e la loro posizione può portare a problematiche che possono minare alla salute orale e generale, o se provocano sintomi.
Vediamo, quindi, alcune ragioni per la quali è raccomandato estrarre un dente del giudizio:
- La sua presenza provoca dolore e infiammazione.
Soprattutto quando il dente del giudizio è erotto solo parzialmente, capita spesso che la gengiva che lo abbraccia tenda a sovrastarlo in parte. Questa situazione può determinare infiammazione a causa del ristagno di cibo e batteri sotto la gengiva (pericoronarite). I sintomi correlati a questo scenario possono essere dolore, sensazione di gonfiore, sanguinamento, fino a un’infiammazione che arriva a coinvolgere anche i linfonodi, provocare febbre e, talvolta, acufene. - La sua posizione può cariare il dente molare vicino.
La mal posizione del dente del giudizio, sommata anche alla difficoltà della sua pulizia, può creare nicchie ideali per sviluppare una carie che può compromettere la sopravvivenza del dente molare vicino. - La sua presenza ruba spazio che servirebbe ai fini di un trattamento con apparecchio.
Prima di tutto, è opportuno sfatare un mito: il dente del giudizio non sposta i denti! È una forza che questo dente non possiede. Un motivo, però, della sua estrazione potrebbe essere creare spazio in previsione di un trattamento con apparecchio che miri a risolvere un affollamento dei denti. - Il dente del giudizio è cariato. A causa della sua posizione in bocca, difficile da raggiungere con le manovre di igiene, il dente del giudizio può facilmente cariarsi. Il tentativo di curare questo tipo di molari, a causa proprio della loro posizione, spesso non consente al dentista di eseguire un’otturazione consona e durevole. Dato che questo dente non è quasi mai essenziale ai fini masticatori, in questi casi si decide spesso di estrarlo.
- Il dente del giudizio compromette la salute parodontale.
Sempre a causa della sua inaccessibilità, il dente del giudizio può essere un serbatoio di infiammazione e accumulo di batteri; quando si è affetti da parodontite (comunemente detta “piorrea”), un elemento dentario come questo può diffondere la sua infiammazione e compromettere ulteriormente il supporto dei denti vicini. Per questi motivi, se non è possibile assicurare la sua pulizia o se la sua presenza non è importante per masticare a causa di altri denti persi, si decide spesso di estrarre il dente del giudizio.
Prima di estrarre un ottavo del giudizio, il dentista eseguirà degli accertamenti diagnostici come la panoramica o un’eventuale TAC, per valutare la posizione del dente rispetto alle strutture nervose.
Nel caso in cui l’infiammazione e il dolore che colpiscono il dente siano troppo forti, solitamente si preferisce posticipare l’estrazione ed eseguire prima una cura antinfiammatoria o a base di antibiotico.
Come comportarsi dopo l’estrazione?
L’estrazione di un dente del giudizio può essere molto diversa a seconda del caso specifico: può essere molto veloce o più lunga se il dente è malposizionato. Così, può avere dei costi variabili a seconda della difficoltà dell’intervento e della sede dove viene eseguito (struttura pubblica o privata).
L’odontoiatra (o il chirurgo maxillo-faciale) che esegue l’intervento può mettere o meno dei punti di sutura: in tal caso, si dovrà tornare, oltre che per i controlli post-intervento, anche per rimuovere i punti (solitamente dopo 7-14 giorni).
Subito dopo l’estrazione è importante seguire pedissequamente le indicazioni del proprio dentista e fare estrema attenzione, soprattutto nelle prime 2 settimane, a non traumatizzare la zona: solitamente viene raccomandato di spazzolare la zona di estrazione compresi i due denti vicini per 7- 14 giorni (ancor più se sono presenti punti di sutura), e viene raccomandato di utilizzare collutori o gel a base di clorexidina che possiedono un’azione antiplacca, antisettica e promuovono la guarigione. Il collutorio non deve essere sciacquato per evitare traumi, ma si deve solo tenere in bocca senza eseguire movimenti con le guance. Anche l’alimentazione deve adattarsi: soprattutto i primi giorni, bisogna evitare di mangiare coinvolgendo la zona di estrazione, e si dovrebbero assumere cibi freddi e morbidi.
Per controllare il dolore e il gonfiore, il dentista saprà indicare eventuali trattamenti a base di antinfiammatori o antibiotico.
Vacanze in arrivo: come faccio se il dente del giudizio mi fa male?
Se ci troviamo in vacanza o lontani da casa e il dente del giudizio comincia a farci male, la prima cosa da fare è contattare il proprio dentista di fiducia se possiede un numero per le urgenze; in caso di gonfiori, dolori forti e febbre, è opportuno cercare di recarsi prima possibile presso uno studio dentistico vicino, o una guardia medica.
Se il fastidio dovesse essere invece moderato e accompagnato da sintomi non eccessivi, ecco alcuni accorgimenti utili!
– utilizzare uno spazzolino extra morbido o di tipo monociuffo per pulire in maniera più accurata possibile la zona, cercando di rimuovere residui di cibo e placca;
– evitare cibi estremamente caldi, piccanti o acidi
– cercare di masticare dalla parte opposta al dente del giudizio dolente;
– utilizzare un collutorio a base di clorexidina 0,2% per una settimana, due volte al giorno, senza diluizione con sciacqui di almeno 1 minuto. In alternativa è possibile anche utilizzare nella zona un gel con clorexidina 0,5% applicato con uno spazzolino monociuffo.
Il dente del giudizio può farci vivere situazioni poco piacevoli, è vero, ma grazie a un rapporto di fiducia con il proprio dentista, alla prevenzione e a una corretta gestione dell’igiene orale, potremo finalmente dire “Togliamoci questo dente” con più serenità!
I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.
Bibliografia
-Marciani RD. Third molar removal: an overview of indications, imaging, evaluation, and assessment of risk. Oral Maxillofac Surg Clin North Am. 2007 Feb
-Tartaglia GM, Kumar S, Fornari CD, Corti E, Connelly ST. Mouthwashes in the 21st century: a narrative review about active molecules and effectiveness on the periodontal outcomes. Expert Opin Drug Deliv. 2017
Ultimo aggiornamento: 01/08/2023
Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.