Sicuramente, al giorno d’oggi i concetti di “anzianità” e “persona anziana” sono cambiati rispetto a 30 anni fa. Ciò che resta invariato, è il fatto che anche la nostra bocca subisce dei cambiamenti, man mano che passano gli anni. Come possiamo continuare a sorridere, mangiare e parlare in maniera confortevole, anche se non siamo più ventenni?”
In questo articolo facciamo chiarezza!
A che età possiamo definire una persona “anziana”?
Come anticipato il concetto di anzianità è cambiato molto negli ultimi decenni, soprattutto in paesi industrializzati come il nostro. Il benessere e il progresso della medicina hanno aumentato le aspettative di vita (in Italia 85 anni per le donne e 82 anni per gli uomini), tanto che nel 2018 è stato proposto di spostare la soglia di “anzianità” dai 65 anni ai 75 anni. Possiamo comunque dividere questo momento della vita in terza età, in cui il soggetto con più di 65 anni è in buone condizioni di salute, inserito socialmente e con risorse economiche sufficienti, e quarta età dove il soggetto dipende da altri ed è colpito da decadimento fisico e psicologico.
Quando invecchiamo cosa accade alla nostra bocca?
Con il passare del tempo, il nostro cavo orale può subire alcune modificazioni, causate soprattutto dal fatto che anche i tessuti che ne fanno parte subiscono l’invecchiamento. Vediamole nel dettaglio.
• Ridotto flusso salivare
Nel soggetto anziano si può sperimentare il fastidioso sintomo della bocca secca. Può dipendere da diversi fattori, come l’effetto di alcune terapie farmacologiche che con l’età possono aumentare e farsi più frequenti. Ne sono un esempio i farmaci per la pressione alta, i beta-bloccanti per regolare la frequenza cardiaca, gli antistaminici, i farmaci per il Parkinson, alcuni farmaci per il reflusso e gli antidepressivi. Altre cause di bocca secca sono da riferirsi a patologie come il diabete e la sindrome di SjØgren.
Quando ci si riferisce alla secchezza orale, dobbiamo distinguere 2 diverse condizioni: la xerostomia, ovvero la sensazione soggettiva di bocca secca che avverte quando il flusso salivare si riduce per circa il 50%, e l’iposcialia, cioè la riduzione oggettiva della saliva presente per mancato funzionamento delle ghiandole che la producono (per l’invecchiamento, ma anche per alcune terapie come la radioterapia per i tumori testa-collo).
In entrambi i casi le sensazioni possono essere davvero fastidiose e debilitanti: la saliva è davvero importante e svolge molte funzioni essenziali per la salute del cavo orale!
- Protegge dalla carie, in quanto riesce a tamponare l’acidità tipica dei processi cariosi. Inoltre, la saliva trasporta sullo smalto dei denti il fluoro presente nei dentifrici/collutori che usiamo rendendolo più forte.
- Lubrifica le mucose, rendendo confortevole parlare, mangiare e assaporare il gusto del cibo. Attenzione: se si possiede una protesi totale o parziale che aderisce direttamente sulle gengive, la saliva fa in modo che il contatto con la dentiera non sia fastidioso; senza idratazione della bocca, possono formarsi ulcerazioni, ferite e bruciori nella zona dove la protesi appoggia.
- Protegge dalle alterazioni pericolose della flora della bocca. Se la saliva scarseggia, la popolazione di batteri che abita la nostra bocca si può alterare. Questo può favorire la comparsa di infezioni fungine e/o virali e aumentare la gravità delle malattie gengivali, che sono la prima causa di perdita dei denti, per il sopravvento di batteri nocivi.
• Deterioramento dello smalto dei denti
Oltre alla possibile riduzione della saliva, nel soggetto anziano può sopraggiungere anche l’indebolimento del dente a causa dell’usura dello smalto: anche questo fattore può aumentare il rischio di carie. Inoltre, se l’anziano dovesse aver perso molti denti e non li avesse sostituiti con impianti o dentiere, la sua dieta potrebbe favorire l’insorgenza di carie. Alimenti morbidi, infatti, processati o confezionati ricchi di carboidrati fermentabili, sono cibi cosiddetti cariogeni.
• Peggioramento della parodontite (piorrea)
La parodontite non è una malattia da anziani, ma con il passare del tempo può peggiorare. Anche in questo caso, non solo per l’alterazione della flora che abita la bocca (sempre effetto della saliva che scarseggia): nell’anziano, da un lato può diminuire la manualità nel pulire correttamente con spazzolino e filo/scovolino. Dall’altro, le difese immunitarie sono meno efficienti nel combattere l’infiammazione tipica di queste malattie gengivali, portando così a un avanzamento della patologia con l’ulteriore perdita dei denti.
È importante prendersi cura del proprio sorriso a tutte le età, ma forse ancora di più in momenti delicati come la terza e quarta età. Curasept è accanto a te in tutte le fasi della vita.
I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.
Bibliografia
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Ultimo aggiornamento: 10/12/2024
Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.