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Parodontite o piorrea: scopri cure e trattamenti con queste 3 domande
Tempo di lettura stimato: 6 minuti

Parodontite o piorrea: scopri cure e trattamenti con queste 3 domande

Indice dei contenuti

Adesso che sappiamo cos’è la parodontite, quali sono le principali cause e i sintomi che la caratterizzano, non resta altro da fare se non capire se e come trattarla.

Come si cura la parodontite?

Parlare di guarigione con la parodontite purtroppo non è possibile dato che si tratta di una malattia cronica. Ma c’è una buona notizia: con le giuste terapie si può fermare, impedendo ai tessuti di sostegno del dente di ritirarsi ulteriormente. I denti possono essere salvati, soprattutto se si fanno una diagnosi e trattamento tempestivi!

Anche le tue tasche ringrazieranno: trattare tutti i tuoi denti malati di parodontite non-chirurgicamente costa, ma mettere un singolo impianto costa molto di più!

Potremo definire la terapia dedicata a questa condizione un gioco di squadra tra te, il tuo odontoiatra parodontologo (il dentista che si occupa di trattare la parodontite) e l’igienista dentale.

Il parodontologo e l’igienista si occuperanno di rimuovere batteri e il tartaro fuori e sotto gengiva attraverso dei particolari trattamenti, a volte con piccoli interventi chirurgici all’osso. Dopo aver seguito le terapie di tipo non chirurgico ci vorranno almeno 3 mesi per poterne valutare l’esito, mentre prima di eventuali successive chirurgie dell’osso dovranno passare dai 9 mesi all’anno. Nei casi più gravi (in cui i denti si sono spostati molto a causa della parodontite) potrebbe essere necessario eseguire anche una terapia con l’apparecchio.

Il tuo ruolo sarà quello di diventare un campione di igiene orale domiciliare e il tuo igienista saprà aiutarti. Se non rimuovi ogni giorno i batteri dalla tua bocca, la malattia continuerà ad avanzare e le terapie non funzioneranno come si deve. Anche gli impianti per sostituire eventuali denti persi hanno bisogno della tua massima cura: l’impianto è molto delicato, e se hai la parodontite anche l’osso che lo sostiene può ammalarsi! Pertanto, fai prevenzione, pulisci benissimo a casa e controllati periodicamente.

Quindi cosa fare a casa?

Lava i denti 3 volte al giorno con uno spazzolino con testina piccola che possa raggiungere ogni zona della tua bocca con efficacia e delicatezza, dedicando almeno 4 secondi a spazzolare ogni superficie del dente. Se hai appena eseguito delle terapie per la parodontite (trattamenti o chirurgie) puoi usare uno spazzolino extra soft oppure chirurgico per i primi periodi. Inoltre, è di fondamentale importanza utilizzare ogni giorno uno strumento che pulisca i tuoi spazi interdentali, perché la malattia si manifesta perlopiù proprio in questa zona. Puoi optare per il filo, ma lo strumento ideale in questi casi è solitamente lo scovolino, uno strumento essenziale la cui scelta deve essere suggerita dal professionista: solitamente si hanno bisogno di almeno 2 misure, perché i nostri spazi interdentali non sono tutti uguali e lo strumento deve “calzare perfettamente” così da rimuovere i batteri. Infine, potresti avere bisogno anche di spazzolini monociuffo per alcune zone difficili da raggiungere, in modo da eseguire una pulizia della bocca più accurata possibile.

Esistono altri rimedi per la parodontite?

E i collutori? I rimedi naturali? Il laser può curare la parodontite?

  • I collutori non curano la parodontite, ma possono aiutarti moltissimo nelle fasi di trattamento. Quando esegui le cure dal tuo parodontologo o igienista, hai bisogno subito dopo di qualcosa che ti aiuti a mantenere le gengive protette dai batteri (soprattutto se i primi tempi non riesci ancora a spazzolare e pulire bene), dall’infiammazione e che ti aiuti a guarire bene riducendo eventuale dolore. La molecola d’elezione in questi casi è la clorexidina, l’unica in grado di agire per 12 ore consecutive con azione antiplacca e antibatterica. Le migliori formulazioni di collutori, dentifrici e gel a base di clorexidina contengono anche sistemi che impediscono alla molecola di provocare effetti collaterali, come la pigmentazione dei denti, senza limitarne l’efficacia. Questa preziosa sostanza non può però essere utilizzata per sempre; quindi, affidati alle indicazioni del tuo professionista: l’utilizzo può essere fino ai 15 giorni per terapie non chirurgiche e arrivare anche ai 2 mesi per alcuni tipi particolari di chirurgie. Per adattarsi alle esigenze di ogni diverso trattamento, esistono anche clorexidine associate a particolari componenti, che le rendono adatte a diverse situazioni (sanguinamento, dolore, guarigione dei tessuti, protezione in soggetti a rischio, ecc…). Infine, ricorda di utilizzarla con un dentifricio della stessa linea perché i comuni dentifrici contengono sostanze in grado di inattivarla, rendendola inefficace.
  • Magari acqua e sale o altri rimedi naturali non ti faranno male, ma sappi che non servono a niente: la parodontite deve essere trattata professionalmente, e gli strumenti chimici che abbinerai a spazzolino e scovolino durante e post trattamento dovranno essere certificati ed efficaci. Ad esempio, concluso un trattamento con la clorexidina, puoi utilizzare un mantenimento con dentifrici e collutori a base di ozonidi, postbiotici e, perché no, assumere probiotici per il cavo orale: manterranno l’equilibrio della tua bocca ottenuto con le terapie aiutando i batteri buoni a proteggerti da quelli pericolosi.
  • Il laser: è diventato molto popolare nel trattamento della parodontite. Tuttavia, la scienza ha dimostrato che utilizzare il laser non dà dei benefici aggiuntivi ai trattamenti, ed è sbagliato utilizzarlo come unico strumento di trattamento: così come non è possibile sconfiggere i batteri patogeni ogni giorno senza l’azione meccanica di spazzolino e scovolino, così il laser non è in grado da solo di rimuovere placca e tartaro sotto le gengive e risolvere le tasche.
  • Dieta sana, esercizio fisico e gestione dello stress, anche se non curano la malattia, hanno effetti positivi sull’aggressività della parodontite e sull’efficacia del trattamento.

Un motivo in più per avere gengive in salute

La parodontite non trattata è associata anche a molte condizioni che peggiorano la tua salute generale. Mettere sotto controllo la malattia e avere una buona igiene orale, infatti, protegge anche il resto del tuo organismo, grazie alla diminuzione dell’impatto infiammatorio. L’infiammazione cronica che la caratterizza sottopone il tuo corpo a stress continuo, e i batteri pericolosi dalle gengive possono migrare in tutto il corpo ed esprimere tutta la loro virulenza anche in distretti lontani dai tuoi denti!

  • La parodontite è correlata a uno scarso controllo glicemico e al diabete di tipo 2. Trattarla ha effetti prodigiosi, al pari di un farmaco.
  • Chi ha la parodontite grave è doppiamente a rischio di infarto e ipertensione. Non solo: i batteri della parodontite sono stati trovati addirittura all’interno delle placche ateromasiche.
  • Una parodontite non trattata può provocare effetti negativi in gravidanza come parto pretermine, basso peso alla nascita e preclampsia.
  • Trattare la parodontite può migliorare i livelli di trigliceridi e colesterolo.
  • La parodontite può peggiorare la salute polmonare (di asma e BPCO, soprattutto se correlati al fumo, che è il secondo fattore di rischio di parodontite dopo i batteri. Smettere di fumare, quindi, non solo renderà efficaci le terapie, ma darà salute al tuo corpo).
  • Perdere i denti per parodontite è stato associato a declino cognitivo e demenza. Non solo, ci sono anche evidenze che collegano la parodontite all’Alzheimer.

La parodontite è una patologia più frequente di quello che pensi: se hai più 25 anni, chiedi al tuo dentista di controllare la salute delle tue gengive.

Non trascurare eventuali sintomi e fai almeno 2 sedute di igiene all’anno, seguendo i consigli del tuo igienista per la pulizia della tua bocca.

Se invece hai già una diagnosi, non aspettare a curarti e ricorda: questa condizione è cronica, quindi non sparire dopo i trattamenti! Ricorda di eseguire le sedute di igiene di mantenimento che ti hanno raccomandato e non abbandonare mai la pulizia interdentale a casa.

Oggi è possibile impedire alla parodontite di farti perdere i denti: la chiave sta, come sempre, nella prevenzione!

I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.

Bibliografia

-Sanz M, Herrera D, Kebschull M, Chapple I, Jepsen S, Beglundh T, Sculean A, Tonetti MS; EFP Workshop Participants and Methodological Consultants. Treatment of stage I-III periodontitis-The EFP S3 level clinical practice guideline. J Clin Periodontol. 2020

-Loos BG, Van Dyke TE. The role of inflammation and genetics in periodontal disease. Periodontol 2000. 2020

-Kapila YL. Oral health’s inextricable connection to systemic health: Special populations bring to bear multimodal relationships and factors connecting periodontal disease to systemic diseases and conditions. Periodontol 2000. 2021

Ultimo aggiornamento: 01/10/2024

Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.

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