I bambini devono mettere l’apparecchio? Niente panico!
In questo articolo faremo una panoramica sul mondo dell’ortodonzia pediatrica e, soprattutto, cercheremo di darti alcuni utili consigli affinché questo percorso sia efficace e vissuto al meglio dai tuoi bambini!
Cos’è l’ortodonzia infantile e chi se ne occupa?
L’ortodonzia è la branca odontoiatrica che si occupa di correggere le disarmonie tra le arcate dentarie. Si parla invece di ortognatodonzia quando l’obbiettivo coinvolge anche la risoluzione di eventuali anomalie delle strutture masticatorie annesse, come quelle scheletriche di mandibola e mascella.
Secondariamente, l’ortodonzia può risolvere eventuali problematiche di deglutizione e fonazione.
Lo specialista dedicato è l’ortodontista: questo odontoiatra specializzato può occuparsi naturalmente di pazienti adulti, ma ancora più spesso di bambini, dai 4 anni circa fino ai 14 anni, divenendo ortodontista pediatrico.
Quali sono le problematiche più comuni per cui i bambini devono mettere l’apparecchio?
Un approccio molto utilizzato in età pediatrica è quello dell’ortodonzia intercettiva: l’obiettivo in questo caso è quello di prevenire, intercettando e risolvendo, le disarmonie scheletriche. Si interviene con degli apparecchi specifici a partire dai 4-5 anni fino ai 12 anni circa, dato che le strutture ossee possono essere ancora gestite in quanto malleabili. In alcuni casi possono servire anche per creare le condizioni ideali per altri futuri apparecchi ortodontici correttivi.
Le situazioni che possono richiedere questi tipi di approcci sono le malocclusioni, ovvero quando le arcate dentarie non chiudono armonicamente tra loro.
In generale, ciò che determina una chiusura scorretta è il rapporto tra i primi molari e i canini. Possiamo dunque avere:
- Malocclusione di 3a classe (progenismo): l’arcata inferiore è troppo avanzata rispetto all’arcata superiore
- Malocclusione di 2a classe (retrognatismo): l’arcata superiore sovrasta eccessivamente l’arcata inferiore
- Malocclusione di 1a classe: corretta occlusione tra i primi molari, ma i denti sono affollati.
Le seconde e le terze classi potrebbero anche non essere “scheletriche”, ma “dentali”, ovvero l’inclinazione/chiusura errata potrebbe riguardare solo i denti.
Si classificano come malocclusioni anche le alterazioni della chiusura delle arcate sul piano verticale o trasversale, come ad esempio:
- Over bite (morso aperto): gli incisivi superiori, che in normali condizioni fisiologiche dovrebbero coprire gli incisivi inferiori per circa 1-2 mm, in questo caso il valore dei millimetri diminuisce e non avviene la sovrapposizione degli incisivi superiori sugli inferiori.
- Deep bite (morso profondo): al contrario dell’over bite, in questo caso gli incisivi superiori coprono eccessivamente gli inferiori.
- Cross bite (morso incrociato): quando uno o più denti superiori non chiudono correttamene con quelli inferiori; questa malocclusione può portare a una masticazione asimmetrica.
Infine, un’ultima condizione che può richiedere l’aiuto dell’ortodonzia intercettiva è il palato stretto o “ogivale”. In questo caso, il palato deve essere espanso non solo per favorire la corretta posizione dei denti, ma anche per consentire il naturale posizionamento della lingua a riposo (dietro gli incisivi superiori), la giusta masticazione e, talvolta, anche l’articolazione corretta di fonemi. Le cause di un palato stretto possono essere genetiche oppure legate al fatto che si respiri con la bocca; in altri casi possono essere anche legate ad abitudini viziate come succhiarsi il pollice o utilizzare il ciuccio per troppo tempo.
Gli apparecchi utilizzati nell’ambito dell’ortodonzia intercettiva possono essere fissi o mobili. I più comuni sono:
- Espansore palatale (fisso)
- Griglia intraorale, per il morso aperto (fisso)
- Twin block per le 2 classi scheletriche (fisso)
- Arco linguale, per mantenere lo spazio (fisso)
- Lip bumper (mobile), per risolvere l’affollamento dei denti inferiori
- Apparecchi trasparenti mobili di diverse tipologie, detti funzionali, in grado di correggere le abitudini viziate e risolvere eventuali malocclusioni di 2° o 3° classe. Possono essere indossati solo di notte, o anche di giorno (più ore possibile).
In generale, sia l’ortodonzia mobile che quella fissa sono valide, la scelta dipende solamente dal difetto che si vuole correggere e dal momento della crescita del piccolo paziente. A volte, una determinata tipologia di ortodonzia fissa può seguire quella mobile quando ha lo scopo di riallineare i denti dopo aver risolto una disarmonia scheletrica: si tratta spesso del “classico” apparecchio dell’immaginario comune, composto da archi metallici, brackets e legature.
Infine, nei ragazzi più grandi (a partire dai 12 anni) si può anche optare per l’ortodonzia invisibile: un tipo di apparecchio rimovibile che consiste in una serie di mascherine trasparenti utilizzate per correggere disallineamenti negli adolescenti, ma soprattutto negli adulti che mirano a risolvere piccoli e grandi difetti di posizione dei denti con un compromesso estetico durante la terapia. Le mascherine devono essere applicate tutto il giorno (tranne per mangiare) e cambiate periodicamente in base ai progressivi spostamenti.
Quanto costa un apparecchio?
Rispondere a questa domanda non è banale.
Prima di tutto dipende dal tipo di apparecchio (fisso/mobile) e anche dalla durata del trattamento. Non solo, bisogna tenere in considerazione anche la preparazione e l’esperienza del professionista che si prenderà cura del sorriso. In generale, potremmo dire che la terapia ortodontica oscilla in un’ampia fascia: può variare dai 1000 euro fino ai 7000 euro per terapie fisse metalliche o invisibili che durano anni.
In quanto genitore, prenditi cura fin da subito della salute orale (e non solo) dei tuoi bambini!
I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.
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Ultimo aggiornamento: 01/09/2024
Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.