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Impianti dentali: cosa sono e come vengono inseriti
Tempo di lettura stimato: 3 minuti

Impianti dentali: cosa sono e come vengono inseriti

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Se un tempo gli impianti dentali rappresentavano una novità, oggi questo tipo di trattamento odontoiatrico è altamente diffuso: infatti, secondo i dati della Società Italiana di Parodontologia e Implantologia (SIdP) con ANSA, in Italia vengono posizionati ogni anno ben 2,5 milioni di impianti e si stima che oltre 15 milioni di Italiani ne abbiano almeno uno.

Ma cosa sappiamo di questa terapia? È sicura? Ci sono rischi? E se sì, come possiamo prevenirli e trattarli?

Scopriamolo insieme!

Innanzitutto, cosa sono gli impianti dentali?

L’impianto dentale è un dispositivo medico-chirurgico che ha lo scopo di riabilitare uno o più denti persi per ripristinare, ad esempio, funzionalità come la masticazione o la corretta fonazione nel caso in cui, a mancare, fossero molti denti. Oltre che, naturalmente, donare un comfort estetico. L’impianto dentale non va però confuso con il “perno”, che ad esempio viene inserito all’interno di denti naturali devitalizzati per stabilizzarli. L’impianto in realtà non è altro che una vite, anche detta fixture, fatta di titanio, che va a sostituire la radice del dente naturale. Il titanio è infatti un materiale altamente biocompatibile con i nostri tessuti ossei: per questo motivo l’impianto può essere posizionato in sicurezza all’interno dell’osso sia mascellare (denti superiori), che mandibolare (denti inferiori).

foto modalità di inserimento dell'impianto dentale

…e come si mettono?

L’impianto viene inserito con un intervento chirurgico che può essere eseguito subito dopo l’estrazione di un dente (“carico immediato”), oppure in 2 fasi, aspettando prima che l’osso guarisca e, dopo circa 3 mesi, posizionando l’impianto. Non esiste una procedura migliore dell’altra, dipende sempre da paziente a paziente. Dopo il posizionamento dell’impianto inizia una fase cruciale e delicata chiamata osteointegrazione, momento in cui la vite si integra con il nostro osso per ancorarsi definitivamente, proprio come una radice di un dente naturale. La chirurgia implantare solitamente è ben tollerata dal paziente, ma è molto importante seguire scrupolosamente le indicazioni del medico che ha eseguito l’intervento.

All’impianto sarà poi connesso poi un abutment, cioè un moncone sul quale verrà a sua volta messa la protesi (il nuovo dente realizzato in laboratorio): la protesi legata al moncone potrà essere avvitata o cementata. Solitamente, le terapie su impianti sono fisse, sebbene esistano anche delle protesi di arcate intere su impianti che sono rimovibili (anche se, ovviamente, la vite rimane ancorata nell’osso): le Toronto.

È molto importante che la protesi sopra l’impianto sia ben fatta, in modo che sia facilmente detergibile dal paziente a casa: per questo, prima di mettere il dente definitivo, potrebbe essere necessario testare delle protesi provvisorie su impianto.

Oggi tantissime aziende producono impianti delle tipologie più disparate e per qualsiasi esigenza dei pazienti. Non è possibile dire quale sia la migliore tecnica chirurgica perché ogni caso deve essere valutato singolarmente.

Infine, grazie al progresso tecnologico, esistono tecniche chirurgiche e protesiche, capaci di ottenere altissime rese estetiche; soprattutto il materiale zirconia è molto utilizzato per i settori estetici, come gli incisivi superiori.

I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.

Bibliografia

-Rapporto SIdP “la parodontite e gli italiani 2016-2020

-Prevention and treatment of peri-implant diseases. The EFP S3 clinical practice guidelines” Herrera et al 2023 J Clinical Periodontology

-Smoking and dental implants: a systematic review and meta-analysis” Mustapha et al

Ultimo aggiornamento: 01/12/2023

Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.

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