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Parodontite o piorrea: conoscila (e riconoscila) con queste 5 domande
Tempo di lettura stimato: 5 minuti

Parodontite o piorrea: conoscila (e riconoscila) con queste 5 domande

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Mai sentito parlare di piorrea o parodontite? Pensi che sia “la malattia che fa ritirare le gengive”? Sarà ereditaria? O ancora: è trasmissibile?

Nonostante il nostro esaustivo articolo su questa forma infiammatoria, sono ancora molti i dubbi che attanagliano i pazienti. 

Non preoccuparti: facciamo chiarezza in questo articolo!

Piorrea e parodontite sono la stessa cosa?

La risposta è . Il termine piorrea è un modo comune (e anche un po’ arcaico) con cui ci si riferisce alla malattia parodontale, o altrimenti detta, parodontite. Il tuo dentista o igienista dentale, solitamente si riferiranno a questa condizione con uno di questi ultimi due nomi perché sono quelli scientifici della patologia.

Di cosa si tratta? La parodontite è una malattia?

La parodontite è una malattia cronica che colpisce i tessuti di sostegno dei nostri denti (osso, gengiva, legamento e cemento radicolare). Sebbene molti non ne conoscano l’esistenza, è estremamente diffusa: si stima infatti che colpisca circa il 60% della popolazione nelle sue varie forme (da lievi a gravi) ed è la prima causa di perdita dei denti (sì, più della carie!).

Quali sono le cause e i meccanismi che la scatenano?

La parodontite si manifesta innanzitutto in presenza di batteri.

La comunità di microrganismi che abita la nostra bocca, la flora orale, è composta da batteri buoni, ma anche da batteri pericolosi che diventano attivi e numerosi quando non laviamo correttamente i denti o non puliamo gli spazi interdentali (eh sì, si possono eliminare solo con una buona igiene orale!). Inoltre, quando questi batteri non vengono rimossi correttamente con il tempo possono anche mineralizzarsi e trasformarsi in tartaro.

Quando il tartaro e particolari specie batteriche (dette parodontopatogene) si annidano tra la gengiva e il dente, o peggio, si depositano sotto la gengiva, il nostro sistema immunitario si attiva, scatenando un processo infiammatorio. Questo primo stadio di infiammazione, detto gengivite inizialmente colpisce la gengiva nella sua parte iniziale e, se curata nel modo giusto con sedute di igiene professionale e pulizia a casa corretta, è risolvibile. Si manifesta con i segni tipici dell’infiammazione, soprattutto con sanguinamento, anche gonfiore, a volte alito cattivo, ma l’osso non viene intaccato. Attenzione però: quasi mai fa male, quindi è difficile accorgersene, soprattutto se viene sottovalutata l’eventuale presenza di sangue quando lavi i denti!

Ma quando la gengivite non viene trattata, o e diventa ricorrente, può trasformarsi in parodontite: l’infiammazione che inizialmente colpiva la gengiva, comincia ad approfondirsi intaccando anche gli altri tessuti, come il cemento che ricopre le radici o il legamento parodontale. Ma soprattutto l’osso che sorregge e nel quale sono “incastonati” i nostri denti: è come se il nostro sistema immunitario cercasse di proteggerci da questi agenti infettivi.

Questo passaggio dalla gengivite alla parodontite ha la tendenza a verificarsi in soggetti predisposti geneticamente, ma attenzione: la parodontite non è ereditaria, e nemmeno trasmissibile tra persone. Quello che si può “ereditare” da un parente vicino (esempio, un genitore) non è la malattia, bensì la suscettibilità dei tessuti che sostengono i denti a infiammarsi quando sono presenti questi particolari batteri e il tartaro. Ma se si fa prevenzione fin da giovanissimi, la parodontite si può prevenire!

Come capire se si ha la parodontite?

Per sapere se si è affetti da parodontite bisogna andare in uno studio odontoiatrico: sia il dentista sia l’igienista dentale sanno riconoscerne i segni.

Per fare la diagnosi ci si affida a due elementi:

1) la consultazione di radiografie, per valutare se si è perso dell’osso a causa della malattia

2) Il sondaggio parodontale. Consiste in una vera e propria mappa della salute gengivale: si esegue inserendo una sonda millimetrata (una sorta di sottilissimo righello) all’interno dei tessuti gengivali per valutare la presenza in tutta la bocca delle principali manifestazioni cliniche della parodontite, ovvero le tasche parodontali. Anche quando le gengive sono in salute, non sono attaccate ermeticamente al dente, ma staccate di per 2-3 mm creando un piccolo spazio che si chiama solco gengivale. Quando si è affetti da parodontite, questo solco diventa più profondo a causa dell’infiammazione e del tartaro: la gengiva, come l’osso, si allontana dal dente fino anche a 15 mm. Uno degli obiettivi principali delle terapie per la parodontite è proprio quello di eliminare l’infiammazione sotto la gengiva e “chiudere” le tasche in modo da bloccare la perdita dell’osso.

Una volta fatta la diagnosi, si potrà determinare lo stadio di parodontite di cui si è affetti: gli stadi 1 e 2 sono lievi, lo stadio è 3 medio-grave, mentre nello stadio 4, il più avanzato, l’osso può arrivare a ritirarsi tanto da avere perdita dei denti, con annesso peggioramento della qualità di vita a causa della perdita di una normale masticazione e dell’estetica del sorriso.

Che sintomi ha la parodontite? Come accorgersi di avere delle tasche?

La parodontite è una condizione infida: nella maggior parte dei casi non provoca dolore, ma potresti comunque accorgerti che qualcosa non va attraverso alcuni segni.

  • Sanguinamento gengivale quando lavi i denti o passi filo/scovolino, oppure anche spontaneo (ad esempio, trovi del sangue sul cuscino quando ti svegli). Attenzione: se fumi potresti non avere sanguinamento gengivale perché la nicotina lo “nasconde”.
  • Sensazione che i denti abbiano cambiato posizione o che gli spazi tra un dente e l’altro siano più ampi: questo accade come conseguenza della retrazione dell’osso.
  • Alito cattivo
  • Denti mobili (negli stadi più gravi)
  • Retrazione gengivale (ma non è sempre detto che sia presente)
  • Pus dalle gengive
  • Difficoltà a masticare per denti persi o mobili

 

In ogni caso ricorda di farti controllare periodicamente dal tuo dentista: come detto, nelle fasi iniziali la parodontite potrebbe non dare alcun segno evidente.

I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.

Bibliografia

-Sanz M, Herrera D, Kebschull M, Chapple I, Jepsen S, Beglundh T, Sculean A, Tonetti MS; EFP Workshop Participants and Methodological Consultants. Treatment of stage I-III periodontitis-The EFP S3 level clinical practice guideline. J Clin Periodontol. 2020

-Loos BG, Van Dyke TE. The role of inflammation and genetics in periodontal disease. Periodontol 2000. 2020

-Kapila YL. Oral health’s inextricable connection to systemic health: Special populations bring to bear multimodal relationships and factors connecting periodontal disease to systemic diseases and conditions. Periodontol 2000. 2021

Ultimo aggiornamento: 01/10/2024

Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.

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