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Celiachia e igiene orale: come riconoscere e curare questa condizione
Tempo di lettura stimato: 4 minuti

Celiachia e igiene orale: come riconoscere e curare questa condizione

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Cosa c’entra la salute della bocca con la celiachia? I due aspetti in realtà sono molto legati! Anzi, spesso i primi segnali di celiachia fanno la loro comparsa addirittura solo a livello del cavo orale.

Non sei curioso di saperne di più? Ecco l’articolo che fa per te!

Cos’è la celiachia?

La celiachia o “enteropatia da glutine” è una patologia causata da una reazione autoimmune che si verifica nell’intestino a causa dell’ingestione di glutine, una proteina contenuta nel grano, che induce una reazione infiammatoria, causando così malassorbimento e possibile denutrizione.

Si stima che una percentuale tra lo 0,5% e l’1% della popolazione sia affetto da celiachia, con prevalenza nel sesso femminile.

La celiachia è causata sicuramente da fattori genetici, ma anche ambientali. A questo proposito la tesi più accreditata sembra essere quella legata a una troppo precoce o troppo tardiva assunzione del glutine da parte del bambino nel corso dello svezzamento: secondo le più recenti linee guida, il glutine dovrebbe essere gradualmente introdotto dal 4° al 6° mese nei bambini allattati al seno.

Sembra che anche l’aver contratto lunghe infezioni intestinali abbia un certo impatto sull’allergia al glutine, nonché la composizione della propria flora intestinale. Inoltre, il rischio di celiachia aumenta in presenza di diabete mellito di tipo 1, nella sindrome di Down, nella sindrome di Williams, nel deficit di IgA, nella tiroidite autoimmune e nei parenti stretti di un paziente celiaco.

Quali sono i sintomi tipici della celiachia?

A proposito di sintomi, forse non lo sai, ma la celiachia non si manifesta sempre nello stesso modo… Infatti, questa patologia non compare esclusivamente con i classici sintomi gastrointestinali che tendiamo ad attribuirle. Questo perché esistono diverse forme di celiachia:

  • La forma tipica è caratterizzata proprio dalle classiche manifestazioni gastrointestinali: diarrea, calo di peso, mancanza di appetito, pallore, massa muscolare ridotta, irritabilità e vomito. Si manifesta generalmente tra il 6° e il 24° mese di vita.
  • La forma atipica è caratterizzata anche da sintomi extra-intestinali, tra cui l’anemia di ferro, l’osteopenia o l’osteoporosi, la dermatite di Dhuring, problemi reumatologici, cefalea e/o i disturbi della sfera riproduttiva (infertilità, poliabortività), stanchezza cronica e anche manifestazioni nel cavo orale. Viene diagnosticata più spesso nei bambini più grandi e in età adulta.

Sia nella forma tipica che atipica, le analisi del sangue rilevano la presenza di anticorpi, ed è presente anche un danno a livello intestinale.

  • Si definisce invece silente la celiachia che non provoca alcun sintomo, ma chi ne è affetto presenta sia i test delle analisi del sangue positivi alla celiachia, sia l’atrofia intestinale all’esame istologico della biopsia.
  • La celiachia potenziale, infine, è caratterizzata dal riscontro positivo rispetto alla presenza di anticorpi nel sangue, ma senza danni strutturali alla mucosa intestinale. I sintomi possono non essere presenti. Ad oggi, non ci sono sufficienti prove per affermare quale sia la probabilità di sviluppare un danno concreto all’intestino in questi soggetti.

Come si fa a diagnosticare la celiachia?

Se una volta osservati e valutati accuratamente i sintomi dovesse esserci il sospetto di celiachia, il medico o lo specialista in gastroenterologia faranno eseguire in prima battuta delle analisi del sangue con le quali si testerà la presenza di anticorpi tipici della malattia (anticorpi IgA/IgG anti-TTG, anticorpi IgA/IgG anti-endomisio, anticorpi contro i peptidi della gliadina deamidata DGP-IgG). Se questi anticorpi risulteranno essere presenti a livello del sangue, allora si procederà verso lo step successivo per la diagnosi che prevede l’esecuzione di una biopsia intestinale, che confermerà o meno in maniera definitiva la tipica atrofia dei villi e quindi la presenza di celiachia.

C’è una differenza tra celiachia e intolleranza al glutine

Ebbene sì: spesso si tende a confondere le due cose, ma celiachia e intolleranza al glutine sono due condizioni diverse.

L’intolleranza al glutine o “sensibilità al glutine non celiaca” si manifesta con sintomi gastrointestinali simili alla celiachia: si possono sperimentare gonfiore, dolori addominali, diarrea dopo aver assunto glutine con la dieta. Ciò nonostante, l’intolleranza al glutine non è una malattia autoimmune e non provoca danni all’intestino come la celiachia.

Come si cura la celiachia?

La terapia per la celiachia prevede l’esclusione completa dalla propria dieta del glutine e di tutti gli alimenti a base di farina di grano e orzo: ne sono esempi pasta, prodotti da forno come il pane, pizza, nonché prodotti industriali contendenti farina come biscotti, fette biscottate etc. Così facendo scompariranno i sintomi e la mucosa dell’intestino tornerà normale in circa 6-8 mesi.

Seguire una dieta priva di glutine significa cambiare il proprio stile di vita. Esistono sul mercato molti alimenti sostitutivi che riportano la specifica dicitura ‘senza glutine – appositamente formulati per celiaci/intolleranti al glutine’: sono prodotti tollerati anche dai celiaci, ottenuti sostituendo il frumento con un cereale naturalmente senza glutine o privato del suo glutine con metodi chimici e/o fisici. 

È importante per chi è celiaco saper leggere correttamente le etichette poiché il glutine potrebbe essere non indicato nella sua classica terminologia e può essere “nascosto” in alimenti insospettabili, come ad esempio: salsicce e hot dogs, alcuni salumi, alcune caramelle, dado da brodo, miscele di riso, ketchup, surimi, chewing gum, maionese, tè aromatizzato, salsa di soia, bastoncini di pesce, patatine confezionate, alcune spezie macinate, sughi pronti.

I contenuti qui riportati sono stati redatti o validati dai seguenti specialisti Dott. Matteo Basso, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott. Giordano Bordini, Odontoiatra specialista in Parodontologia; Dott.ssa Silvia Musella, Igienista dentale.

Bibliografia

-Krzywicka B, Herman K, Kowalczyk-Zając M, Pytrus T. Celiac disease and its impact on the oral health status – review of the literature. Adv Clin Exp Med. 2014

-Milia E, Sotgiu MA, Spano G, Filigheddu E, Gallusi G, Campanella V. Recurrent aphthous stomatitis (RAS): guideline for differential diagnosis and management. Eur J Paediatr Dent. 2022 Mar

-Pitts NB, Zero DT, Marsh PD, Ekstrand K, Weintraub JA, Ramos-Gomez F, Tagami J, Twetman S, Tsakos G, Ismail A. Dental caries. Nat Rev Dis Primers. 2017

-Linee guida ministeriali Salute orale in età perinatale (2013)

-Celiachia- Istituto Superiore di Sanità- epiCentro

Ultimo aggiornamento: 01/07/2024

Le informazioni qui riportate hanno lo scopo di incrementare e non di sostituire il consiglio di uno specialista. Si consiglia di far sempre riferimento al proprio professionista di fiducia.

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